Convento e chiesa delle Monacelle e Convento e chiesa di Sant’Antonio
Convento e chiesa delle Monacelle
Percorrendo Via Cattedrale si incontra la chiesa di San Vito Martire, particolarmente rilevante perché fa parte del complesso delle Monacelle. La chiesa barocca, costruita durante il Settecento sui resti di un precedente edificio di culto medievale, era proprietà dell’attiguo convento delle Carmelitane.
Per tale motivo ne ha assunto la denominazione. Attualmente all’interno del convento c’è la sede del Museo delle Civiltà preclassiche della Murgia meridionale, inaugurato nel 1989. Fanno parte del complesso museale una biblioteca specializzata, laboratori e una mostra permanente, allestita dal direttore del museo, Donato Coppola nell'adiacente chiesa di S. Vito.
Contatti
Indirizzo: Via Cattedrale, 15 - 72017
Comune: Ostuni
Provincia: Brindisi
Telefono: (+39)0831336383 - (+39)0831336383
E-mail: museo.ostuni@libero.it
Cenni storici:
La Chiesa di S. Vito Martire, del XVIII sec., in stile rococò, adiacente al monastero delle Carmelitane è chiusa al culto; conserva i resti di Delia, la donna gestante sepolta circa 24.000 anni fa. Il monastero ospita il Museo delle civiltà preclassiche della Murgia Meridionale.
Opere principali:
Dalla vicina Grotta di S. Angelo provengono ritrovamenti del Pleistocene di notevole interesse. Nella Grotta di San Biagio sono stati ritrovati ceramiche neolitiche, oggetti in selce o osso, pendagli e ornamenti. Altri elementi di notevole qualità sono rappresentati da ritrovamenti fatti nell’area del campo boario. L’esposizione museale presenta al momento reperti molto interessanti, rinvenuti in provincia di Brindisi durante gli scavi.
Convento e chiesa di Sant’Antonio
Il convento, di forma quadrata, presenta un chiostro porticato con una cisterna al centro. È diviso in due piani, collegati da un’ampia scalinata. Gran parte dei suoi circa trenta vani conserva la struttura originaria. La chiesa, barocca, è a tre navate e presenta lateralmente sei cappelle, gestite e curate dai notabili del paese anche dopo la scomparsa dell'ultimo marchese.
All’ingresso della chiesa, sul portale, è scolpito lo stemma in pietra dei Redentoristi. Un analogo stemma si trova all’ingresso del convento. Il vecchio portone della chiesa, in legno, è stato sostituito da uno in bronzo, realizzato su disegno dell'artista delicetano Gerardo Liberti, su bozzetti di Gerardo Maraschiello e fuso presso fonderie Marinelli di Agnone (IS). Sui suoi pannelli sono scolpiti i miracoli di Sant’Antonio.
Contatti
Indirizzo: Via Sant'Antonio - 71026
Comune: Deliceto
Provincia: Foggia
Cenni storici:
La fabbrica fu inaugurata nel 1510 su un terreno donato dal marchese Giambattista Piccolomini ai francescani; il convento venne consegnato nel 1521, mentre la chiesa fu completata dopo oltre un secolo, nel 1660.
I francescani rimasero nel convento fino al 1811, anno in cui avvenne la prima soppressione degli ordini religiosi per mano di Gioacchino Murat; ad essi subentrarono i Redentoristi della Consolazione sino al 1886 quando, durante l'unificazione d'Italia, avvenne la seconda soppressione, questa volta estesa a tutti gli istituti religiosi.
Opere principali:
All’interno della chiesa, sotto la volta si nota L’Immacolata Concezione, opera dell'artista delicetano Michele Nigro.
Sull’Altare Maggiore vi è la preziosa statua lignea di Sant'Antonio da Padova, di stile spagnolo, che indossa una splendida veste tutta intarsiata di fiori, che si stagliano su un fondo di oro zecchino.
Sul basamento dello stesso altare vi sono scolpiti in bassorilievo due stemmi in marmo policromo del 1626. Raffigurano le insegne di Francesca Bartirotti d'Aragona e del marito Cesare Miroballo.
L’organo a canne, perfettamente conservato, si trova sul coro della chiesa. Fu realizzato nel 1775 da Domenico Antonio Rossi, organista della Regia Cappella di Napoli.
Approfondimento:
Si trattava della chiesa gentilizia della città, visto i privilegi concessi ai marchesi, che lì possedevano un loro seggio d'onore, ricevevano i sacramenti del Battesimo e del Matrimonio e venivano seppelliti vicino all'altare maggiore. Qui, infatti, furono sepolti la marchesa Giovanna Bartirotti, il suo tutore Alessandro Miroballo, Rinaldo nobiluomo napoletano e maestro dei cavalieri del re Carlo II e la marchesa Anna Miroballo, moglie di Rusco di Savona.
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